il calcare alberese

50.000.000 anni: si legge cinquanta MILIONI di anni.


Questo è il tempo, minuto più, minuto meno, che la nostra roccia bianca ha impiegato a formarsi nelle profondità marine dell’oceano ligure-piemontese.


Un’altra decina di milioni di anni di pazienza e le enormi forze che smuovono i continenti formano le nostre montagne: gli Appennini.


La roccia che prima era in fondo al mare adesso gode della luce del sole, sui crinali spazzati dal vento.


Infine l’uomo: la nostra storia (gli ultimi diecimila anni, da quando nel Neolitico formavamo piccole tribù nomadi) riempie meno dello zero virgola zero, zero, zero due per cento dell’età di questa roccia bianchissima che punteggia le praterie della Calvana.


Calcare Aberese, così l’abbiamo chiamata: nient’altro che carbonato di calcio ed una frazione argillosa.


Ma è proprio la frazione argillosa che ha determinato l’aspetto dei nostri luoghi e la vita dei nostri antenati: pioggia dopo pioggia l’azione incessante dell’acqua scioglie il carbonato di calcio e deposita l’argilla… che arricchita di sostanza organica forma il suolo fertile su cui coltiviamo ed alleviamo.

Al prossimo approfondimento!

Teodoro

Qui sotto una selezione di foto storiche (Berni C. 1984): Monte Morello con in primo piano la roccia Alberese di Monte Cantagrilli (entrambi i rilievi sono formati dalla medesima roccia); fioritura tra le rocce; banchi di alberese fratturati sui crinali della Calvana

In cerca di una occasione per visitare Valibona e il Parco della Calvana?